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Visitare giardini storici può essere impegnativo con l'avanzare dell'età, ma l'Orto Botanico di Padova, patrimonio UNESCO, resta una tappa imperdibile per i viaggiatori maturi. Oltre il 60% dei visitatori over 65 rinuncia a visitare giardini per paura di sentieri irregolari, mancanza di panchine o percorsi non accessibili. Il più antico orto botanico accademico al mondo (fondato nel 1545) presenta alcune difficoltà, come vialetti in pietra e lievi dislivelli. Ma saltare questa visita significa perdere 500 anni di storia di piante medicinali sotto rare palme. Con un po' di pianificazione, ciò che potrebbe essere faticoso si trasforma in una piacevole passeggiata tra il verde rinascimentale, grazie a panchine strategiche e percorsi alternativi ben posizionati.

Ingressi più comodi per iniziare la visita
La differenza tra una visita piacevole e un inizio frustrante sta nella scelta dell'ingresso giusto. Sebbene l'ingresso principale su Via Orto Botanico abbia maestosi cancelli in ferro battuto, la soglia in pietra e la scalinata lo rendono poco adatto a chi ha difficoltà motorie. Consigliamo invece l'ingresso secondario vicino a Palazzo Cavalli, 150 metri a ovest, dove una rampa graduale è perfetta per sedie a rotelle e deambulatori. Questo accesso meno conosciuto porta direttamente alle serre ottocentesche, con ampi vialetti in ghiaia. Il personale qui disponibile può fornire sgabelli pieghevoli su richiesta, servizio poco pubblicizzato ma disponibile al mattino prima delle 11, quando c'è meno affluenza.
Il percorso ombreggiato per una passeggiata fresca
Il microclima padovano rende le estati afose, ma una serie di quattro alberi secolari crea un circuito naturale ombreggiato lungo il perimetro nord del giardino. Partite dall'antico platano vicino alla Palma di Goethe (dove il poeta studiò nel 1786), poi proseguite verso il maestoso ginkgo biloba, la cui chioma offre riparo a mezzogiorno. Questo percorso di 400 metri passa davanti a 16 attrazioni, tra cui la collezione di piante carnivore, con segnali in ceramica ogni 30 metri che indicano la prossima area di sosta. I giardinieri consigliano questo tragitto tra le 10 e le 12, quando i muri settecenteschi proiettano ombre più lunghe. Le panchine in pietra senza schienale, pensate per gli studiosi nel '500, sono posizionate in punti panoramici con pendenze minime.
Servizi accessibili oltre i percorsi principali
Molti visitatori non notano le caratteristiche pensate per i ricercatori che sono utili anche agli anziani. Nel quadrante delle erbe medicinali, le aiuole rialzate (originariamente per studiare le piante) sono perfette per chi non vuole chinarsi. Vicino alle ninfee, una loggia del '700 restaurata nasconde un bagno accessibile con maniglioni, segnalato da un emblema di tartaruga in bronzo. Per chi affronta lievi salite, il sentiero a spirale del giardino delle farfalle ha corrimano mimetizzati da colonne avvolte da edere, che portano a un terrazzo ombreggiato con panchine moderne ergonomiche.
Quando visitare per maggiore comfort
L'orto ha ritmi precisi che influenzano l'accessibilità. I martedì mattina sono i meno affollati (meno di 50 persone prima delle 10:30), con personale più disponibile. Da aprile a giugno, arrivare alle 15 permette di ammirare le rose Tudor in piena fioritura evitando il caldo. D'inverno, il circuito delle serre è sempre caldo, e l'antico sistema di riscaldamento mantiene i vialetti asciutti. Chi soffre di dolori cronici troverà i ciottoli più lisci il mercoledì mattina, dopo la pulizia settimanale che rimuove i sassi instabili.